Dintorni

Castel Del Monte

L'origine dell'edificio si colloca ufficialmente il 29 gennaio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò a Riccardo da Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, che venissero predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa di Sancta Maria de Monte (oggi scomparsa). Questa data, tuttavia, non è accettata da tutti gli studiosi: secondo alcuni , infatti, la costruzione del castello in quella data era già giunta alle coperture. Incerta è anche l'attribuzione a un preciso architetto: alcuni riconducono l'opera a Riccardo da Lentini ma molti sostengono che a ideare la costruzione fu lo stesso Federico II. Pare che fu costruito sulle rovine di una precedente fortezza prima longobarda e poi normanna.[3]Probabilmente alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l'edificio non era ancora terminato. Fu raramente adibito a feste; fra queste nel 1246 si ricordano le nozze di Violante, figlia naturale di Federico e Bianca Lancia con il conte di Caserta Riccardo Sanseverino. A partire dal XVII secolo seguì un lungo periodo d'abbandono, durante il quale il castello venne spogliato degli arredi e delle decorazioni parietali di marmo (le cui tracce restano visibili solo dietro i capitelli) e divenne oltre che carcere anche un ricovero per pastori, briganti e profughi politici. Nel 1876 il castello, in condizioni di conservazione estremamente precarie, venne infine acquistato (per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano, che ne predispose il restauro a partire dal 1879. Nel1928 il restauro diretto dall'architetto Quagliati rimosse il materiale di risulta all'esterno del castello e demolì parte delle strutture pericolanti, ricostruendole in seguito per dare al castello un aspetto "ringiovanito"; questo non ne arrestò il degrado e si dovette procedere a un ulteriore restauro tra il 1975 e il 1981. Nel 1936 Castel del Monte fu dichiarato monumento nazionale. Nel 1996 l'UNESCO lo ha inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità per il rigore matematico ed astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione degli elementi culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tipico esempio di architettura del medioevo.

ANDRIA: Santa Maria dei Miracoli

Un Santuario cinquecentesco realizzato sopra una grotta basiliana, affrescata con una “Odegitria” (Madonna con bambino) tipica dei percorsi mistici in Terra di Puglia. Si sviluppa su tre livelli, tutti visitabili: la cripta, con affreschi bizantineggianti, si afferma che la sacra imagine sia stata decorata forse da Cosimo Fanzago, e fosse stata scoperta nel 1576, ancora interessanti da visitare sono gli affreschi della Cappella del Crocifisso, che rappresentano scene della passione di Cristo, tra Sibille e Profeti, con i restauri eseguiti di recente studiati e pubblicati dallo studioso locale Petrarolo; Completa il tutto la realizzazione architettonica superiore a tre navate,sormontate da un soffitto a lacunari lignei decorati in oro zecchino, secondo i canoni stilistici seicenteschi, con tele settecentesche ad incasso del pittore Alessandro D’Elia. A breve distanza la visita può proseguire con la sosta per ammirare l’architettura rupestre di un’altra chiesa-grotta di stampo basiliano visibile nella cripta sormontata da una croce latina a tre navate, ricca di affreschi agiografici e Neo Testamentari, nella Chiesa di Santa Croce. Da numerosi studi, sembra che il territorio potesse ospitare delle vere “laurae” basiliane, ma data l’incuria nel tempo, e l’evoluzione del paesaggio non si può dar seguito alle su poste teorie. Da visitare anche la Chiesa delle Croci, probabilmente una Chiesa centrale di una Laura basiliana, data la conformazione morfologica della struttura e del territorio, anche se non ci sono attestazioni documentarie precise, si potrebbe intuire la Laura attraverso la forma ramificata delle parte absidale che, consentirebbe, come è possibile appurare in altre realtà storiche vicine (Gravina, Matera, Mottola ed altri siti di insediamento dei monaci devoti alla Regola di San Basilio), molto interessanti sono i resti degli affreschi murari che arredano la Chiesa, costruita poi, nella parte superiore durante il XVII secolo e quindi in forme tardo barocche.

ANDRIA: Centro Storico

Dopo una breve sosta al Museo del Confetto, ed un simpatico percorso attraverso la strada più stretta d’Europa, e tutta una serie di cunicoletti caratterizzati dalla bianca pietra che lastrica le stradine, i mascheroni apotropaici che decorano i palazzotti che si affacciano sulle viuzze e le edicole votive decorate da affreschi storici, si visita la Cattedrale (all’interno ci si soffermerà presso l’altare della Sacra Spina, sulle Tombe delle mogli di Federico II nella cripta, che apparteneva alla pre-esistente struttura romanica del XII secolo, presso l’imponente e ben restaurato Cappellone di San Riccardo con le tavole centinate di vita del Santo in sculture litiche, infine, si proseguirà per il Palazzo Vescovile, dove, all’interno si conservano tele del Fracanzano, Vivarini e Santafede, il Palazzo Ducale, sede della Nobile Famiglia di origine napoletana “Carafa”, oggi di proprietà degli “Spagnoletti Zeuli”, che si trova sul punto che fu il più arroccato della città, come si vuole secondo la migliore tradizione strategica, visitabile all’interno con tutte le meraviglie della cultura principesca del 1500 e posteriore barocca, culminante nelle decorazioni tardo rococò delle porte decorate in oro zecchino ed incassonate in pareti dai preziosi parati, con soffitti affrescati in stile mitologico-pastorale secondo i modelli di “Scuola”. Un breve percorso attraverso Piazza Manfredi ci condurrà ad ammirare la trecentesca chiesa di San Domenico, patronato degli “Orsini” e dei “Del Balzo”, della facciata rimaneggiata, di cui furono iniziati i lavori e sono stati portati a compimento per ciò che riguarda solo la torre campanaria, che tra l’altro è una delle torri identificative dello skyline di Andria (I cosiddetti “Tre Campanili” ) unitamente alla Torre Campanaria della Cattedrale (La più antica) e a quella di San Francesco (la più alta). Rimane integro il bel portale rinascimentale e la lunetta con bassorilievo raffigurante sempre una Madonna con bambino. Si prosegue per Via Federico II giungendo a “Porta Sant’Andrea”, uno degli emblemi di Andria, dove è inscritto l’encomio dato alla cittadina dall’Imperatore Svevo di “semper fidelis”. Proseguendo, quindi per Piazza Porta la Barra, altro epicentro storico del Paese, si arriva a Sant’Agostino, struttura templare del 1200, passata, il secolo dopo, ai Frati Agostiniani, si presenta con un bel portale ogivale, con lunetta decorata a bassorilievi (Gesù, fra San Remigio e San Leonardo).

BISCEGLIE - RUVO

Bisceglie

Visita alle grotte preistoriche di Santa Croce, un complesso carsico di interesse paesaggistico, dove tra le varie grotte, spicca un percorso in profondità, nella grotta maggiore di oltre 100 metri con stratificazione plurima che attesta i vari passaggi di esseri umani ed umanidi, a partire dal Paleolitico Medio Superiore, dal Musteriano, con la tipica produzione fittile, fino all’Epigravettiano Superiore, fino al Neolitico e all’Età dei metalli. All’interno fu ritrovato e riconosciuto dall’Autorità in materia, prof. Luigi Cardini il primo esemplare di Osso lungo Nehandertaliano. Dolmen della Chianca, un monumento che la maggior parte degli studiosi di culture preistoriche affermano avere carattere funerario, con molta probabilità appartenente all’ Eneolitico, si presenta introdotto da un corridoio realizzato con pietre fitte e culminante in un naos sormontato da tre lastroni megalitici che fanno da parete ed uno di copertura. Il tutto veniva poi coperto totalmente da cumuli di pietre realizzando strutture tipiche dell’architettura rupestre dette “specchie” ritrovate e non riconosciute come importanti, dai contadini locali che ne danneggiavano spesso l’architettura, spaccando i lastroni per ottenere materiale utile per i muretti a secco, dei cinque dolmen di Bisceglie è il meglio conservato. Proseguimento verso il centro storico con visita ai Tre Archi, La Casa di Lucrezia Borgia, in bugnato a punta di Diamante, La Chiesa di Sant’Adoeno vescovo di Rouen, costruita dai soldati francesi sulle mura.

Ruvo Di Puglia

Una cittadina sviluppatasi in età classica e che di questa ha conservato tracce inestimabili, nella raccolta di vasi unita e consegnata alla cittadinanza dal filantropica famiglia Jatta, da non perdere il famosissimo ed unica Vaso di Thalos. Proseguimento presso la Cattedrale, splendida nelle sue forme romaniche e nel centro storico, con piccole soste presso palazzo Spada e alla torre dell’orologio.

BARLETTA – TRANI

Barletta

Città della Disfida, prevede la prima sosta artistica presso il bel castello, dalle forme prevalenti aragonesi, su pre-strutture svevo-angioine, all’interno sarà percorribile l’itinerario che conduce al livello sotterraneo, nei tre ordini di casematte e sulle mura. Si proseguirà per la Cattedrale romanica, in cui è stato da pochi anni scoperto uno strato inferiore medievale ed italico, con tombe a grotti cella e pavimenti musivi. Continuando per Via Cialdini, dedicata ad un facoltoso ebreo mecenate, si potrà visitare la famosa Cantina della Disfida, ove è visibile la stratificazione angioina di parecchi metri inferiore all’attuale piano di calpestio, e proseguendo attraverso le vie dei 13 combattenti si potrà gustare un momento di arte bizantina soffermandosi ad ammirare la Chiesa di Sant’Andrea, in cui culmina lo stile orientale nella bellissima parete lignea intagliata da preziosi reliquiari. La passeggiata nel Centro storico sarà completata dal percorso verso il Colosso, la statua in bronzo conosciuta col nome di Eraclio, simbolo di Barletta ed una sosta presso la Basilica in stile Borgognone del Santo sepolcro con l’altare dedicato al frammento della Santa Croce condotto qui e conservato dal Patriarca di Gerusalemme.

Trani

Bellissima la Cattedrale romanica sul mare, come un fortilizio con le sue absidi a vista, contiene ben 4 chiese visitabili su tre livelli, ricca di affreschi e sculture litiche offre la prima porta di bronzo fusa in Italia nel 1163 da un artista locale Barisano Tranensis. La visita proseguirà nel Centro Storico con una sosta nel Ghetto ebraico medievale “La Giudecca” che si trova nella prima cerchia muraria, su ordine di Federico II di Svevia e fu uno dei Ghetti più numerosi, raccogliendo qui tutti gli ebrei provenienti dalle città limitrofe e dell’interland. Terminerà la passeggiata in questa amena cittadina un percorso col bus che consentirà di ammirare il Castello difensivo, Normanno-Svevo, la Villa Comunale, uno dei cinque giardini pensili d’Italia e il Monastero di Colonna da cui furono trasportate le reliquie di Santo Stefano durante il XVI secolo, sotto legida della famiglia De’ Medici.

MINERVINO – CORATO

Corato

visita a San Magno, Dolmen dei Paladini, Necropoli del VII secolo a tumulo (specchie), Chiesa rupestre di san Magno, Masseria fortificata restaurata. Centro storico, Palazzo Comunale.

Minervino Murge

Visita al “Balcone delle Murge”, situato nella zona detta dell’Alta Murgia a 55 mt sul livello del mare, presenta tra i suoi monumenti più caratteristici una torre del periodo del regime detta “Il Faro” imponente ed unico nel suo genere è tutt’oggi visitabile, da qui non è raro poter vedere volare nel cielo il Falco Grillaio che nidifica in questi luoghi. Cattedrale, centro storico e l’antico quartiere Scesciola fanno di questo borgo un vero e proprio “presepio” arroccato sulle colline. Passeggiata in bus fino alla diga sul Locone (affluente dell’Ofanto), Museo civico, con il tesoretto e la famosa “Tomba del Guerriero”.